l'UMFVG tra i ghiacciai del Canin

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i ghiacciai del Canin dal rifugio Corsi nel luglio 2010

la nostra Associazione partecipa attivamente al progetto "Criosfera FVG"

la Criosfera è un termine che deriva dalla parola greca kryos (ghiaccio, freddo) che descrive le porzioni della superficie terrestre interessate da acqua allo stato solido, includendo tra queste i ghiacci marini, i ghiacci lacustri e fluviali, la copertura nevosa, i ghiacciai, le calotte polari (ice cap e ice sheetp) ed il suolo gelato (che include anche il permafrost).
Parte integrante del sistema climatico terrestre, è particolarmente sensibile alle variazioni di quest'ultimo rispondendo in maniera repentina in particolare nelle aree dove è meno rappresentata.
In questo senso, quindi, i piccoli ghiacciai del Friuli Venezia Giulia reagiscono prontamente, con effetti a favore o a sfavore del glacialismo, alle mutazioni dei principali parametri climatici, tra tutti la temperatura e le precipitazioni. Per essere i ghiacciai più piccoli e più orientali dell'intero arco alpino italiano, e per trovarsi a quote eccezionalmente basse, sono stati tra i primi ad essere studiati già a partire dalla metà/fine dell'800. Eminenti geografi, cartografi geologi e naturalisti hanno qui trascorso numerose campagne di misure e lavoro per iniziare a coprire i primi passi di quella meravigliosa scienza che ha preso il nome di glaciologia.
Sulle nostre montagne che custodivano ancora ghiacciai imponenti, se messi a confronto con quanto rimane oggi, si sono dati il cambio nomi importanti come Giacomo Savorgnan di Brazzà, il primo, assieme alla guida locale Antonio Siega, nel 1880 a predisporre un allineamento di paletti con lo scopo di iniziare a valutare oggettivamente eventuali spostamenti della fronte del Ghiacciaio Occidentale del Canin. Da lì poi seguirono Olinto Marinelli, Ardito Desio (quet'ulitmo allargò nel 1925 le osservazioni al Ghiacciaio Occidentale di Montasio), quindi Tonini, Feruglio e Mazzocca fino al 1940 quando di fatto si bloccò ogni rilevamento glaciologico per 5 anni (rimangono alcune note personali di Bruno Martinis).
Dopo il II conflitto mondiale nel 1946 ripresero le campagne glaciologiche grazie a Dino di Colbertaldo, coadiuvato poi da Carlo Pohar; quest'ultimo passò successivamente il lavoro, e fino al 1994, a Rossana Serandrei Barbero. Negli ultimi anni, con cadenza quinquennale, le misure delle fronti sono eseguite dal geologo Claudio Pohar, nipote di Carlo.

Con il progetto "criosfera FVG", concentrato in questa fase proprio sul massiccio del Canin, si è iniziato uno studio approfondito dei resti glaciali qui ancora presenti che saranno studiati con un dettaglio mai raggiunto in precedenza...
Ma la criosfera del Canin non significa solamente ghiacciai e glacionevati, ma anche ghiaccio all'interno delle cavità, quest'ultime numerosissime in uno degli ambienti carsici di alta quota tra i più belli ed affascinanti del mondo.

l'UMFVG partecipa attivamente a questo studio grazie ad un piccolo finanziamento della Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale per l'acquisto di strumentazione volta al monitoraggio di alcuni aspetti climatici del Canin e delle cavità interessate da depositi glaciali sotterranei.

Con questo progetto l'UMFVG intende porre l'attenzione del pubblico, in particolare della nostra Regione, sugli effetti che il cambiamento climatico ha sugli apparati glaciali del sistema alpino, in particolare di casa nostra.
 

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