Il 2006 secondo l'Organizzazione Meteorologica Mondialea (WMO)

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L'andamento climatico dell'anno appena trascorso

La temperatura media planetaria, misurata in prossimità del suolo, nel corso del 2006 è risultata di 0.42 °C superiore a quella del trentennio standard di riferimento (14 °C, trentennio 1961-1990) e il 2006 risulta il sesto anno più caldo nell'elenco dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale. Analizzando separatamente i due emisferi risulta che quello nord è risultato di 0.58 °C più caldo rispetto al trentennio di riferimento, mentre quello sud è risultato più caldo di 0.26 °C rispetto allo stesso periodo. Dal 1990 ad oggi la temperatura media atmosferica in prossimità del terreno è aumentata di 0.7 °C e questo tasso di crescita non è stata uniforme; dal 1976 ad oggi, infatti, il tasso di crescita è stato di 0.18 °C per decade. Dal 1997 ad oggi (ultima decade) la temperatura dell'emisfero nord è stata di 0.53 °C, mentre nell'emisfero sud è stata di 0.27 °C, sempre rispetto al trentennio di riferimento 1961-1990.

Analizzando quest'anno tenendo conto delle varie macro-aree, Nell'emisfero nord il primo periodo del 2006 è risultato essenzialmente mite nel Nordamerica, in Russia e Europa orientale, il Canada, in particolare, ha sperimentato l'inverno e la primavera più miti da quando esistono rilevazioni meteorologiche. Eccezionalmente caldi sono stati il mese di gennaio e aprile nelle isole Svallbard (oltre il circolo polare artico). Per quanto riguarda l'Europa centrale e del nord i periodi più caldi si sono avuti in estate e in autunno con differenze dell'ordine di tre gradi rispetto alla media trentennale standard. In particolare nell'Inghilterra centrale quello 2006 è risultato l'autunno più caldo da quando si hanno misurazioni. Anche nell'emisfero sud l'inizio dell'anno è stato particolarmente caldo, in modo particolare nell'Australia orientale dove, a Sidney, si è misurata la seconda temperatura massima più alta da quando esistono rilevazioni (44.2 °C il primo gennaio). Temperature particolarmente alte anche in Brasile (44.2 °C il 31 gennaio 2005)

Dal punto di vista delle precipitazioni, quantitativi anomali rispetto alla climatologia locale sono stati osservati in Marocco e in Algeria. Piogge inusuali sono state osservate a febbraio nel Sahara. Piogge alluvionali si sono avute nell'agosto 2006 in Niger (i quantitativi giornalieri maggiori dal 1923) e in Etiopia. Piogge dannose, le più intense degli ultimi cinquant'anni, si sono avute in autunno nel Corno d'Africa, in particolare in Etiopia e Somalia, dove ad inizio anno c'erano stati dei prolungati periodi siccitosi ed anzi l'immediato susseguirsi di periodi siccitosi a periodi di piogge intense ha reso ancor più gravi i danni provocati da quest'ultime. Oltre al continente africano piogge particolarmente intense ed estese si sono avute nei primi mesi dell'anno in Bolivia, Equador e nel Suriname a maggio. Piogge intense anche nelle Filippine con associate delle frane. Per quanto riguarda il monsone indiano, nonostante i quantitativi di pioggia siano stati grossomodo nella norma, queste si sono concentrate in pochi eventi intensi, tanto che in molte zone sono stati battuti i record di precipitazione giornaliera. Piogge intense si sono avute anche in Europa, soprattutto in aprile nel bacino del Danubio, fiume che in alcune zone ha superato i record secolari di piena, in particolare in Bulgaria, Ungheria, Romania e Serbia. Per quanto riguarda il continente Americano piogge intense si sono avute in Canada (a Vancouver c'è stato il novembre più piovoso da sempre con più di 350 mm – il doppio rispetto alla norma-). Piogge intense anche nel New England (USA) e nella costa orientale statunitense, sebbene nel mese di maggio.

Dal punto di vista di el Niño, il 200è è stato un anno di transizione in quanot il primo quarto ha mostrato caratteristiche della temperatura superficiale del Pacifico orientale simile a quelle osservate durante le fasi de la Niña (debole raffreddamento), il secondo quarto è risultato essenzialmente neutro, mentre l'ultimo periodo dell'anno ha mostrato caratteristiche tipiche delle fasi iniziali di el Niño (graduale riscaldamento).

Dal punto di vista delle tempeste tropicali il 2006 ha visto mediamente una normalità o debole riduzione nel numero dei fenomeni. In particolare ci sono state 22 tempeste tropicali nel Pacifico nordoccidentale contro una media di 27, delle quali 14 classificate come 'tifone'. Nel Pacifico nordorientale ci sono state 19 tempeste tropicali contro una media di 16. In Atlantico ci sono state 9 tempeste tropicali contro una media di 10, 5 dei quali classificati come uragani contro una media di sei. Nella zona dell'Australia ci sono state 12 tempeste tropicali contro una media di 10.

Dal punto di vista dell'ozono stratosferico il 'buco' sopra l'Antartide ha mostrato un'estensione analoga a quella rilevata nel 2000. A sfavorire la chiusura del 'buco' nello strato di ozono sono state essenzialmente le basse temperature della stratosfera; fortunatamente le temperature sono state meno basse di quelle osservate nel 2005, pertanto l'erosione dell'ozono nel corso di quest'anno è stata contenuta rispetto a quella dell'anno precedente.

Nel corso del 2006 è continuato lo scioglimento dell'Artide, in particolare il tasso di scioglimento è stato inferiore al solo 2005. Mediando i tassi di scioglimento per l'ultima decade (includendo il 2006) i ghiacci dell'Artide si riducono di ca. 8% ogni 10 anni.

Nota di Fulvio Stel
fonte ufficiale WMO

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